Del modo da far lo Spondeo, & donde è derivato. REGOLA LXV. D. O QUANTO U.S. m'hà consolato d'havermi dato cogni tione del Dattile, hora la prego, che essendo io studente, mi faccia gratia d'insegnarmi, come io debba fare questo Spondeo nel Ballare; & dopò si degna dirmi donde è derivato questo nome. M. Molto di cuore te lo mostrerò, & ti dirò anco donde deriva. Hai da sapere che gratissimo m'è stato d'haver inteso che sii studente, hora tanto più mi piace d'insegnartelo, s'hai letto Ovidio, ò Virgilio, nel scandire detti versi, sai ben che vi sono de Dattili, & de Spondei; onde havendoti dichiarato come dee esser fatto il Dattile, & donde è derivato; al presente ti dico, che lo Spondeo hà due piedi lunghi, e però nel Ballo havrai da fare dui Passi Semibrevi, cioè d'una battuta di Musica per ciascun piede, & in questa maniera và fatto. Il nome poi, deriva del dito grosso della mano, atteso ch'egli hà due giunture, e tanto è l'una, quanto è l'altra di lunghez za, si come misurar le puoi, & essendo detto dito sponda dell'altri diti, per questa ragione è derivato questo nome di Spondeo. Et vedi, che nel primo verso d'Ovidio, che dice: Hanc tua Penelope, lento tibi mittit Ulisses. Vi sono in esso quattro Dattili, e due Spondei, e però averti, se tu voi ballar giusto, & con vera Regola, bisogna che i moti, che fai, tanti n'habbia il piè sinistro, quanto il destro, che due Dattili, & un Spondeo habbia ciascun piede, & cosi osservando questa mia Regola, tutti i Balli che farai saranno giustissimi, & da nessuno sarai tacciato; & cosi per contrario, se sarai qual si voglia Balletto, dando più moti ad un piede che all'altro, sempre saranno falsissimi, si come t'hò detto un'altro fiata, nella Regola di far i cinque Passi alla Gagliarda. Hora restami à dirti, come hai da fare il Saffice.